Originariamente inviato da bigtube
https://docs.google.com/document/d/1...it?usp=sharing

prego leggete.
Unica cautela: purtroppo non sono disponibili le didascalie come esplicitato nel testo ma ognuno potrà comunque
farsi un'idea lo stesso con un po' di immaginazione.
per tutti voglio dire una cosa: chi legge faccia i suoi commenti come ritiene opportuno ma non fatemi domande come interprete del testo
E' tutto esplicito non c'è bisogno di spiegazioni o interpretazioni. Sic
Spero venga considerato legittimo esprimere il proprio parere, specie quando più che un parere è la mancanza di parere a causa della mancata comprensione.

Ovviamente non chiedo a Giovanni, che non è l'autore, ma chiunque vorrà contribuire a chiarirmi le idee (compreso Giovanni) fornendomi la sua interpretazione è il benvenuto.

La lettura del documento è come al solito tutt'altro che semplice ed alcune 'consecuzioni' logiche mi paiono forzate o almeno non dimostrate:

Tutto quanto descrive in merito ai cavi ed ai segnali musicali è comprensibile ed in buona parte condivisibile, riesco persino a 'comprendere' il concetto di 'extra-esistenza' che ancora una volta produrrebbe mascheramenti:


"tuttavia nel caso di riproduzione dei suoni musicali si creano condizioni di non invarianza dipendenti dalla percezione e dall’ elaborazione intellettivo-emozionale del contenuto musicale che nella loro non linearità inducono giudizi di tipo on-off, sempre mai, c’è-non c’e che trasferiscono le grandezze della fisica al versante dei significati e dei giudizi di valore; le condizioni di non invarianza dipendono dalla diversa storia temporale ovvero dalla esistenza di contenuti armonici che perdurano per un tempo differente nell’attraversamento delle diverse parti del cavo."


...

"L’evidenza sperimentale mostra, in definitiva, che qualsivoglia infinitesima variazione dei tempi di esistenza dei segnali elettrici modifica le caratteristiche spazio-temporali dei suoni musicali riprodotti; le caratteristiche che il suono assume in rapporto allo spazio comportano variazioni di percezione e di elaborazione mentale rilevantissime."


Secondo me , stringi stringi, dice esattamente le stesse cose che già diceva in merito alla correzione ambientale: il problema è che dal vivo tutto tiene, il cavo (o l'ambiente, o qualsiasi altro componente, per la via) introduce 'di suo' alterazioni (specificatamente nel tempo di esistenza dei diversi suoni) che provocano diversa percezione e quindi mascheramenti (ma non solo) , da qui l'incongruenza.

Questi fenomeni sono presenti anche dal vivo e sono le 'regole' usate dai mastri liutai (e disattese dai produttori cinesi di violini giocattolo) che consentono di produrre strumenti armonici e dal timbro piacevole. Come scriveva Daniele, il cinesino con il violino giocattolo suonato in bagno sarà anche coerente, ma certo non è molto piacevole... Sono concetti distinti.

Però torniamo sempre ai soliti punti non chiariti:

a. non invarianza (di quale sistema) rispetto a cosa (il tempo)?
b. possiamo descrivere il sistema in termini di risultati con un sufficiente grado di approssimazione trascurando la soggettività percettiva?

Se la risposta a b è no, smettiamo pure qui (Russo non lo dice però).

Proseguendo:

"Queste problematiche sussistono in particolare e con totale evidenza sperimentale con i segnali di tipo digitale per i quali variazioni dei tempi di esistenza hanno una diretta corrispondenza con la stabilità temporale della scansione dei bit."

Si, nel senso che possono introdurre jitter, ma cosa centra con quanto sopra? La stabilità temporale della scansione dei bit è prodotta da fenomeni di mascheramento? in quale mente?

Questa frase buttata lì, sembra giustificare l'estensione di quanto sopra (estraneo alla fisica, in quanto dominio della percezione, elaborazione ed esposizione) al dominio digitale, ma non è così: il jitter è un fenomeno fisico, non una percezione.

Oltre a ciò, solo se il sistema è sincrono e per flussi RAW (SPDIF) il jitter prodotto nel cavo viene connaturato al segnale, in qualsiasi sistema asincrono a pacchetti ove sia presente un buffer, il 'tempo' di arrivo dei singoli pacchetti è ininfluente e viene 'rigenerato' nel passo successivo di trasmissione.

Al di là di questo, la frequenza di trasmissione dei pacchetti non ha nulla a che vedere con la frequenza del messaggio musicale descritto dai pacchetti stessi, quindi anche dovesse produrre effetti, sarebbero non correlati al messaggio musicale primario.

Quindi, pur non essendo falsa, la frase quotata non istituisce 'per vera' l'analogia nel dominio digitale (a pacchetti ed asincrono) di quanto precedentemente descritto, andrebbe dimostrato.

Quanto segue è l'applicazione in pratica, non dubito sia eccellente.

Per concludere, cosa centra con i cavi USB?